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QUAL E' LA MIGLIORE DIDATTICA PER UN CORSO DI SUBACQUEA?

Ciao, sono Fernando (per gli amici "Greco"), uno degli istruttori del Centro Formazione Subacquea DuecentoBar e devo ammettere che molte volte mi è stata posta questa domanda.
Ma davvero esiste una didattica migliore? E se c'è una didattica migliore, qual è allora la peggiore?
Iniziamo col dire che esistono tante didattiche.
Ad occhi inesperti quelle più importanti sembrano due o tre; poi quando diventi un po' più esperto capisci che ci sono solo didattiche più "storiche" e didattiche più "recenti".
E scopri addirittura che alcune didattiche sono nate dai fuoriusciti di un'altra.
Man mano che li studi, capisci che i programmi tra le varie didattiche si assomigliano parecchio; la differenza sostanziale è che alcune didattiche sono rimaste decisamente indietro (tutto cartaceo, metodi di studio desueti), altre sono molto più aggiornate, attuali, "smart".
Poche (ma qualcuna fortunatamente c'è) tengono al controllo di qualità e mettono paletti in tal senso.

Ma facciamo un passo (da gigante) indietro.
Diversi anni fa, quando iniziai a pensare di iscrivermi a un corso di subacquea, feci qualche ricerca su internet. Lessi tanto, per paura di scegliere la didattica sbagliata, la scuola sbagliata.
Chiesi anche ad alcuni amici che già praticavano la subacquea e altri che addirittura lavoravano nel settore (attrezzatura sub).
Ovviamente ognuno mi forniva la propria versione e mi domandai: quanto le opinioni e i giudizi saranno realmente concentrati sulla didattica e quanto invece saranno figli di esperienze avute (positive/negative)? Quanto saranno influenzati da simpatie/antipatie (o addirittura interessi e ritorni economici)?
Alcuni amici mi dicevano addirittura "non fare come me, che ho scelto loro e poi ho smesso!".
Aiuto! Panico!

Nel dubbio più completo, adottai dunque quella che mi sembrava la scelta più sensata: una scuola sub che fosse comoda a livello di distanza da casa.
Tuttavia, al di là di comodità e chilometri, ben preso capii che è assolutamente fondamentale riuscire a trovarne una che non sia "ancorata" alle abitudini ma che abbia voglia di dare spazio ai giovani e sia disposta a "svecchiarsi", dove entusiasmo e propositività non vengano visti come un "lesa maestà".
E dove l'allievo non sia solamente un numero, una tessera. E devo dire onestamente, in questo senso nella mia prima (comoda) scelta non ebbi molta fortuna.

Ciò che invece mi consentì di imparare molto fu il gruppo di amici che riuscii a costruire.
Un gruppo eterogeneo (età diverse, brevetti diversi) che mi concesse di osservare come ci si debba prendere cura di chi ha un brevetto inferiore al nostro, come ci si debba sempre guardare e aiutare vicendevolmente sott'acqua e come si possa apprendere sempre qualcosa di nuovo da chi ha molta più esperienza e ore di immersioni all'attivo.
E con questi nuovi amici iniziai a viaggiare e a vedere il mondo da una prospettiva diversa, quella sottomarina.
Tanto che diventammo col tempo un gruppo molto coeso (e lo siamo ancora oggi!).

Ho continuato dunque la mia "formazione" da autodidatta, leggendo, guardando video e tutorial, studiando, facendo tanti esercizi in piscina.
E parallelamente ho fatto tante immersioni in diving diversi (in Italia e all'estero), con gruppi differenti e compagni di immersione che quasi sempre non conoscevo.
Sono così riuscito a immergermi con tanti sub e da ognuno ho appreso qualcosa mi sarebbe stato utile nel tempo (nel bene e nel male).

Purtroppo ho capito che:
- nella subacquea (come altre discipline) ci sono persone in gamba come persone che cercano di trovare un po' di spazio per "contare qualcosa fuori dalle proprie mura domestiche"
- spesso un sub sostiene di appartenere alla didattica migliore (e le altre per lui faranno sempre ridere)
- sebbene la subacquea ricreativa significhi divertimento (in sicurezza), la competizione è ahimè sempre presente
- se non hai l'attrezzatura di marca buona o costosa, ogni tanto vieni guardato male
- alcuni sub che si sentono "arrivati" sminuiscono il tuo percorso di studi (solo perché hai studiato altrove o sei stato più veloce di loro ad apprendere o riuscire a raggiungere i tuoi obiettivi)

Eh sì, c'è anche questo in giro. Ed è la parte più avvilente della subacquea.

Ho realizzato però che:
- sott'acqua servono calma e testa, non bisogna essere dei supereroi
- il confronto tra didattiche dovrebbe essere costruttivo e non una sfida
- la competizione sott'acqua porta a farsi male
- sott'acqua non contano marche e soldi, ma lucidità, capacità ed esperienza
- conoscere didattiche differenti porta ad una preparazione più ampia e ad un approccio più aperto

Proseguendo nelle mie esperienze, un bel giorno, grazie a una splendida amica che ha un diving e una fantastica barca per immersioni, ho avuto la grande fortuna di trovare un istruttore bravissimo che mi ha trasmesso tanto e mi ha guidato in un percorso di studio che mi ha consentito di specializzarmi in più discipline e di arrivare ad essere alla fine istruttore di primo grado e poi di secondo grado.

Lo ringrazio e ringrazierò sempre e sono contento che sia diventato un amico e, nonostante la lontananza, un compagno di immersioni, quando possibile.

In tutti questi anni, a seconda delle tipologie di immersioni, degli scenari, delle profondità e specialità ho conseguito brevetti di varie didattiche: CMAS (che è la mamma di tutte le didattiche), Raid, Fipsas, Padi, Wase. 
Oggi sono istruttore CMAS e Raid, due didattiche dinamiche e al passo coi tempi, che puntano molto sul controllo qualità (istruttori e allievi) e che sono presenti capillarmente a livello mondiale.

Adesso, dopo questa importante premessa, posso rispondere alla domanda iniziale: qual è la migliore didattica per un corso di subacquea?
Orbene, a mio avviso in ambito subacqueo la differenza la fanno i seguenti fattori (nell'ordine di importanza che dò io):

L'ISTRUTTORE
Apprendere da una persona preparata, una persona umile e alla mano, una persona che ti tratti da pari, questo è fondamentale.
Che ti insegni a divertirti sott'acqua, ma con consapevolezza e in totale sicurezza; che ti faccia capire che sott'acqua serve calma: bisogna fermarsi, riflettere e poi agire.
Una persona che non solo ti trasmetta quello che sa, ma che ti spieghi le cose con pazienza e che sia pronto a diventare tuo compagno di immersioni, anche se hai mille brevetti in meno di lui.

IL GRUPPO
Avere compagni di corso e di immersione simpatici, preparati, generosi, attenti è ciò che ti aiuta a crescere e che ti stimola a fare di più e meglio, in un ambiente non giudicante.

L'ESPERIENZA
Non importa essere superbrevettato e pieno di mostrine e titoloni da far pesare.
A stare sott'acqua si impara stando sott'acqua!
Quindi serve allenamento, servono ore di immersioni, serve cercare di capire quali sono i propri limiti e sforzarsi per superarli, sempre in sicurezza.
E servono anche i problemi. Sì, servono i problemi. Perché quando si ha un problema sott'acqua si deve per forza affrontarlo, ed è lì che si impara.

LA DIDATTICA
Non deve essere "giurassica" ma anzi al passo coi tempi, alla costante ricerca della qualità, dinamica.

Adesso vi saluto e torno a studiare, a esercitarmi, a imparare. Perché so che per migliorare come istruttore devo essere perennemente allievo.
Buone bolle a tutti.

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